Le nostre critiche

POLUME spalanca le porte alla massiccia crescita del traffico autostradale.

Così è un progetto inaccettabile.

Esponiamo in cinque punti le nostre critiche al progetto .

1. POLUME, un nome sbagliato

POLUME = Potenziamento del tratto autostradale tra Lugano e Mendrisio
Il nome esprime la volontà di accrescere la portata dell’autostrada, che è un obiettivo che non condividiamo. Se la finalità dell’intervento fosse quella di rinnovare la A2 il nome andrebbe cambiato.

2. Vantaggi e svantaggi della proposta

Vantaggi

  • A2 in galleria a Bissone
  • Piazza di Bissone senza traffico di transito
  • A Maroggia: riduzione del traffico sulla strada cantonale
  • Pian Scairolo: apertura di uno sbocco verso sud
  • Sulla A2: aumento della sicurezza mediante la corsia di emergenza continua
  • Possibilità di realizzare una via ciclabile tra Bissone e Capolago

Svantaggi

  • Il traffico autostradale può crescere senza più ostacoli
  • Lo snodo di Melano incide sul territorio in modo inaccettabile. La sua copertura artificiale rappresenta uno sleale palliativo (greenwashing)
  • Lo snodo di Grancia induce lo sviluppo eccessivo e indesiderato delle attività commerciali e produttive del Pian Scairolo e non serve allo sviluppo regionale
  • PUN (terza corsia dinamica): un pericoloso svantaggio

3. La terza corsia dinamica (PUN) è inaccettabile

Premessa
Per valutare la questione dobbiamo fare una premessa. Sessant’anni dopo la sua costruzione le gallerie della A2 necessitano di radicali interventi di restauro che equivalgono praticamente a un loro rifacimento integrale. Rifare le gallerie senza creare una corsia laterale di emergenza potrebbe apparire poco accorto e non lungimirante. I costi supplementari (marginali) per realizzare la corsia d’emergenza sono relativamente bassi. Se il lavoro non viene effettuato contemporaneamente al restauro, poi non potrà più essere fatto. Senza corsie di emergenza le gallerie sono più pericolose e hanno una capacità inferiore alle tratte a cielo aperto. La valutazione di aggiungere una corsia di emergenza anche nelle gallerie spetta alla Confederazione, perché sono strade nazionali. Ma è questione di sicurezza e di standard, non di potenziamento

Il problema controverso
Il problema controverso è l’uso della corsia di emergenza. Secondo le affermazioni del Dipartimento del territorio e dell’USTRA le autorità, con la gestione della terza corsia dinamica (PUN), vogliono aprire al traffico la terza corsia durante almeno 8 ore al giorno, quattro ore per direzione (vedi). L’aumento dei volumi di traffico in quelle ore sarà del 60%, il che può corrispondere a un aumento del carico giornaliero medio molto importante, dell’ordine di 20.000- 30.000 veicoli al giorno.

Una gestione come quella prospettata, volta a eliminare le code sull’autostrada, porterà alla crescita del traffico autostradale ai massimi livelli ipotizzabili. Questa non è un’ipotesi accettabile, poiché così facendo si renderà difficile la svolta razionale ed ecologica della mobilità. L’alternativa ferroviaria e il potenziamento della rete dei trasporti pubblici diventeranno meno attrattivi. L’obiettivo di ridurre il traffico autostradale a favore del trasporto pubblico e degli altri sistemi alternativi prospettati (carpooling, trasporto aziendale, telelavoro) avrà grande difficoltà ad essere raggiunto.

Strategia incongruente
Usando il PUN per eliminare le code autostradali si applica una strategia incongruente ed enormemente costosa, poiché da una parte ci si impegna per aumentare il transito autostradale e contemporaneamente si investe e si opera per ridurlo. Le conseguenze di una simile strategia di intervento saranno quelle paventate dagli oppositori: aumento dell’inquinamento atmosferico e dei rumori, spostamento delle code stradali in altri punti della rete (Chiasso, Stabio, valichi minori), aumento delle spese per la gestione della mobilità e diminuzione della sua efficienza.

4. Svincoli inappropriati

Il progetto POLUME di USTRA propone uno svincolo incompleto a Maroggia-Melano (manca l’entrata verso sud) e uno svincolo incompleto a Grancia (manca l’entrata verso nord da Melide).

Svincolo di Maroggia

Lo svincolo previsto a Maroggia-Melano presenta due gravi difetti:

  1. invade massicciamente l’area molto sensibile accanto alla villa eretta da Giovanni Battista Fogliardi (metà ‘800), poi seminario vescovile. La soluzione deturpante, con una grande rotonda, ha suscitato veementi reazioni. Ora, per tacitare le critiche, la si vuole coprire con un tappeto verde (greenwashing).
  2. lo svincolo, pur essendo complesso e invasivo manca della importante relazione verso sud, cioè della rampa che potrebbe alleggerire il paese di Melano delle correnti di traffico provenienti da Campione, Bissone, Maroggia, Arogno, Rovio e soprattutto dalla Val Mara.

Lo svincolo di Grancia (Pian Scairolo)

Critichiamo lo svincolo progettato a Grancia per due motivi principali:

  1. perché la sua concezione è finalizzata ad accrescere l’accessibilità da sud (A2 e SC) ai Centri commerciali
  2. perché la sua struttura non permette di sostituire integralmente l’itinerario cantonale litoraneo, tra Paradiso e Melide, dedicandolo alla mobilità ciclistica e pedonale. La conseguenza è che si deve costruire un nuovo percorso ciclabile su passerelle a lago, inutilmente invasivo e deturpante.
foto Giosanna Crivelli

5. Il grande progetto territoriale non è condotto in modo unitario.

L’USTRA si occupa dell’autostrada, il Cantone, accanto, c’è e non c’è.

Il progetto POLUME non riguarda solo l’autostrada A2 a sud di Lugano. Il progetto tocca anche la viabilità stradale ordinaria, la mobilità con i trasporti pubblici, la gestione dell’esercizio e della sicurezza, la mobilità lenta (biciclette e pedoni), lo sviluppo urbanistico (PD e PR), la tutela del paesaggio e dei beni culturali, e vari altri settori.

La conduzione degli interventi, oggi segue strettamente il principio di competenza, dispersivo. Se si vorrà ottenere maggior efficienza e migliorare la comunicazione bisognerà costruire un disegno unitario con direzione unica. La Direzione di progetto coordinerà gli interventi secondo priorità e grado di efficienza, misurerà gli effetti e farà partecipare la popolazione alla messa a punto del progetto e alla sua realizzazione.